lunedì 23 luglio 2012

Biancaneve e il Cacciatore - la recensione di Quentin

Dal tramonto al... oddio, che peccato!


Eh, già...
CHE PECCATO!... Questo vien da pensare dopo la visione di codesto nuovo 
kolossal (?) hollywoodiano.


Ma andiamo con ordine... 
Locandina & Voto!



VOTO: 2 su 5



SINOSSI: La giovane principessa Biancaneve ( Kristen Stewart ) è l’unica persona al mondo ad essere più bella della regina Ravenna (Charlize Theron): una strega malvagia pronta a tutto pur di mantenere l'eterna giovinezza e la propria posizione apicale nella scala gerarchica della beltà. 
Ravenna, sentendosi minacciata dalla figliastra, assolda un cacciatore (Chris Hemsworth) per ucciderla, ma la bella Biancaneve si dimostrerà pronta a lottare per la propria vita, così come per la libertà dell'intero suo popolo.



RECENSIONE: 

Con una  Charlize Theron in stato di grazia, esaltata da un make up eccellente e da effetti speciali e trovate stilistiche sublimi (la resa dello specchio è da inchino!), il film ha un forte impatto visivo. Sembra infatti aver tutte le carte in regola per risultare "esplosivo": l'occhio è appagato, l'adrenalina e la voglia schizzano a mille, perché le scenografie sono sin da subito credibili, ti senti pronto a perderti in quel c'era una volta a tinte dark tanto millantato dai trailer... Lo sai che l'idea di fondo è figa, per questo sei lì tra quelle seggiole rosse, nella penombra del cinema: vuoi "masturbare" i retaggi di quel poco di fiabesco che hai conservato in fondo agli strati di pseudo-maturità di cui si ricopre il tuo cuore, e per farlo hai bisogno che tutto sappia di nuovo, di epico, di adulto...


La regia di Rupert Sanders prova ad accontentare questa morbosità, sfornando a raffica citazioni (a dire il vero fin troppo ostentate) saccheggiando i fantasy movie che hanno caratterizzato gli ultimi 4 lustri: si va dalla scena del cavallo bianco che affonda nelle paludi (come non ricordare il povero Artax di La Storia Infinita) ai rimandi a Herry Potter (dissennatori nella Foresta Oscura?).

Il risultato finale però è un immaturo miscuglio tra il Signore degli Anelli (la parte migliore) e Le Cronache di Narnia (la parte peggiore, ovviamente)


La storia sembra non decollare mai, le fasi cruciali sono penalizzate da dialoghi scialbi e piatti e i personaggi rimangono confinati in un limbo di incompiutezza. Resta l'amaro in bocca perché il villain della strega si potrebbe definire (perdonate l'azzardo) uno dei migliori cattivi dark portati sullo schermo dopo il Joker di Nolan. Il personaggio di Ravenna è il più sfaccettato, sebbene il meno presente in scena. Un solo sguardo, un solo gesto, una sola ruga in più sullo splendido viso di Charlize Theron,  così come anche un suo silenzio prolungato, parlano dritto al cuore dello spettatore. E' cattiva, sa di esserlo. E' vendicativa, il suo cuore è fetido quanto la nera pece che la ricopre quando tenta di richiamare la propria beltà esteriore allo specchio. La sua mano tesa, stremata e tremante, viscida e lurida, è la mano dell'umanità verso l'idolatria dell'estetica. Così come è un chiaro monito all'umanità la metafora del latte in cui la strega si immerge, tentando di seppellire - sotto un'apparenza di candida perfezione -  la tetra pelle di corvo di cui è forgiato il proprio ego.
In lei ci si riconosce. Ravenna è un personaggio riuscito, perché vivo, plausibile, reale - per quanto paradossale e mitologico. Ravenna "è", dall'inizio alla fine. 

Biancaneve invece "dovrebbe essere"
E questo a prescindere dall'incapacità di Christen Bella Stewart di distaccarsi dal personaggio di Twilightiana memoria e provare a recitare con un mood che non sia "bocca chiusa/bocca socchiusa".



A conforto di questa tesi, si veda l'epico esempio che segue, facilmente reperibile sul web e che mette a confronto due "enfant prodige" di Hollywood.





Conclusioni Finali:


Cosa funziona: il villain, i costumi, le scenografie.


Cosa non funziona: i dialoghi, la sceneggiatura in generale.


Consigliato perché...
La prova di Theron merita assolutamente una visione.


Non sense:


Assolutamente incomprensibili e fuoriluogo:



- il padre nostro intonato da Biancaneve (unico accenno alla cristianità) 

Ok, vada per Biancaneve guerriera, ma Giovanna Biancaneve D'arco no, please... Non per un solo padre nostro, perlomeno.

- il fittizio giardino incantato. Ce n'era davvero bisogno? Quel budget sarebbe servito per uno sceneggiatore decente...
- il padre di Bambi (?) alias, un cervo bianco la cui utilità si limita al rendere grottesco l'intero plot.

REAZIONE IN SALA AGLI ALIENI
- quella sorta di fate/alieni che spuntano d'un tratto dal petto di alcuni volatili. 
Perché?!  Ditemelo, vi prego: perché?!
Altro budget al diavolo!










VOTO 2 su 5

E con questo è tutto, 
a presto, e ricordate...


    


giovedì 22 marzo 2012

Dal Tramonto a... Ghost Rider - Spirit of Vengeance


   

voto: 1,5 su 5

Ghost Rider - Spirit of Vengeance



  il Saggio:  "e ciascuno ha il diavolo che si merita" - Arturo Pérez-Reverte -





La trama: Personaggio creato da Roy Thomas, Gary Friedrich e Mike Ploog nel 1972, Johnny Blaze, alias Ghost Rider è un antieroe metal, adrenalinico e spietato.
In questo newquel Nicolas Cage torna a vestire i panni dell'indemoniato motociclista in fuga dal proprio passato.
In esilio in un imprecisato paese dell'Est Europa, nel tentativo di confinare il proprio oscuro passeggero, Johnny sarà chiamato a sottrarre un ragazzino (Fergus Riordan) e sua madre (Violante Placido) dalle grinfie di una vecchia conoscenza, quel Roarke/Diavolo (Ciaràn Hinds) con cui ha stretto un patto in gioventù e che da allora lo condanna allo scomodo ruolo di divoratore di anime dannate.


 il Cinico: "C'è una profonda differenza tra Ghost Rider e Crank.                            Crank era scanzonato, irriverente, delirante. Nella sua pazzia risultava godibile, affascinante. Ghost Rider è un videogioco mancato, privo di cuore. La pazzia pura è seducente, quella artefatta è stucchevole".


Neveldine & Taylor (Crank, Crank II) non riescono a bissare i loro precedenti successi (?) né a dare anima a questo personaggio maledetto, che pure avrebbe tutte le carte in regola per divenire un Craque nel cinema, così come lo è stato - o è tuttora, in effetti - nel panorama in cui ha visto la luce: il fumetto. I due funambolici registi sono fortemente penalizzati dall'incredibile tonfo dello sceneggiatore David S. Goyer il cui script è a dir poco mediocre e lineare in maniera quasi seccante.  E dire che Goyez  all'attivo può vantare nientepopòdimenoche Batman Begins & la story de "il cavaliere Oscuro". 
E con il centauro di fuoco invece? Niente, fa un buco nell'acqua. Mi correggo: nell'oceano. Un oceano di banalità, vuoti narrativi e dialoghi demenziali. E quell'oceano torbido si chiude intorno alle teste dei due registi come un cappio prima, e come un invincibile peso poi. E per quanto si agitino, per quanto provino con le loro epilettiche scene d'azione a rimanere a galla, N&T affondano. Giù. A picco. Nel profondo. 
No, no. Fidatevi: molto, molto più giù di quanto stiate pensando.  



  il grottesco:  "Ottima la scelta delle animazioni per i Flashback.                        Pessimo Cage, che riesce a recitare peggio di Violante Placido.               Se riuscite a cogliere la sottile ironia..."



Veniamo agli attori: Violante Placido decide (nella versione italiana) di doppiarsi con un accento indecifrabile da pseudozingara. Per rendere l'idea, senza enfatizzare, qualcosa in stile: "rompo bottillia, non toccate mia famillia", che va tanto di moda ultimamente. 
Il buon Nicolassorriso da delfinoCage buca lo schermo per la sua espressività solo quando gli sostituiscono il volto con l'enorme teschione che beccheggia e boccheggia come un sigaro alle prime tirate.  Per il resto stecca in maniera colossale  nell'interpretazione di un esageratamente schizofrenico Johnny Blaze, risultando una copia legnosa e poco credibile dell'immenso Jeffrey Goines (Brad Pitt) ne "l'esercito delle dodici scimmie" . Ma senza andare troppo lontano saremmo stati curiosi di osservare Jason Statham, magari di nuovo coi capelli, dopo Revolver, e di nuovo al soldo di Neveldine & Taylor dopo il già citato Crank. Di sicuro avrebbe levato a Blaze quell'aria da delfino e magari si sarebbe anche opposto a qualche banalità di copione. A parte il solo Cage nessuno avrebbe accettato uno script del genere, non dopo averlo letto. Nicolas invece, pare ultimamente non riesca a fare a meno di ritagliarsi parti sconclusionate e scialbe.

Con buona pace della sua carriera.



  il Rivelatore:  "alcune anticipazioni sulla trama, niente di eccessivo 





Le incongruenze: metà pellicola circa; l'oggetto del desiderio di Roark/Diavolo, il giovane Danny (omaggio a Shining?) viene rapito dall'ex amante della madre, tale Roy Carrigan. È uno spacciatore, afferma l'irrequieta Violante al truce Cage.  Ero in un periodo buio della mia vita  e Roy mi ha dato una possibilità, aggiunge. 
Silenzio. 
Lo spacciatore... Ti ha dato una possibilità... Ok, Violante. Ok, Goyer. Potrebbe bastare qui. 
The end.
Game Over, titoli di coda, saluti, abbracci, lacrimucce. Strette di mano, bel lavoro, Goyer. Ci faremo sentire noi, eh?!
Torna quando hai le idee chiare, magari. Certo, certo, amici come prima. Ora va', però, eh?
Questo avrebbero dovuto dire i produttori, e invece... sono riusciti a metterlo su pellicola?